Sabato 8 luglio e domenica 9 luglio 2023 presso il cortile e il giardino di Palazzo Allocca in corso Garibaldi 14 a Saviano, il Comune di Saviano e la Pro Loco ‘Il Campanile’ di Saviano presentano l’evento artistico ‘Il Giardino delle Meraviglie’, sedici Artisti contemporanei raccontano un luogo.
Sedici artisti contemporanei narrano il luogo e la storia dell’antico Palazzo e del giardino, che un tempo fu adibito ad orfanatrofio, ciascuno esprimendosi secondo la propria personale identità e ricerca artistica.
Diana D’Ambrosio, Claudio Bozzaotra, Peppe Capasso, Morena Catalani, Carmine Ciccone, Ciro D’Alessio, Gimmi Devastato, Mario Errico, Paolo Iacomino, Jessica Fiorillo, Mattia Fontanella, Gabriella Gaeta, Maria Gagliardi, Giulia Iervolino, Gianroberto Iorio e Pietro Mingione, si addentrano, con dipinti, fotografie e installazioni, nella sfera del sogno, della memoria del luogo e delle sue storie, tra i percorsi del giardino e le mura dell’antico palazzo.
La dialettica tra le diverse opere assurge a viaggio nel tempo e nel riposto animo di ciascuno, con riecheggi all’infanzia.
La mostra ‘Il Giardino delle Meraviglie’, quinta edizione della rassegna ‘Arte a Palazzo’, organizzata e curata dallo scenografo Carmine Ciccone, sarà inaugurata alle ore 20,00 di sabato 8 luglio e resterà allestita e visitabile fino al 9 luglio. Orari di apertura: nel giorno di sabato 8 luglio dalle ore 20,00 fino alle ore 23,30; nel giorno di domenica 9 luglio dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore19,30 alle ore23,30.
IL PROGETTO
Questo progetto, come scrive Maria Gagliardi, ha due temi che si intrecciano tra loro: il giardino e la meraviglia. Il giardino non è solo un luogo, ma è, più in particolare, un luogo di coltivazione, armonia e cura. La meraviglia è quella sensazione di vivo stupore che si prova nell’entrare in contatto con la novità, con lo straordinario, l’inatteso ed è un tipico atteggiamento dell’infanzia e degli animi puri, in generale. Il termine meraviglia deriva latino mīrabĭlia (che letteralmente significa: “cosa meravigliosa”) e ha la stessa radice di miraculum. È “miracoloso”, infatti, tutto ciò che ci meraviglia, tutto ciò che esce dai paradigmi della nostra quotidianità e, soprattutto, del nostro schema interpretativo della realtà e diventa vivo e pulsante di energia, novità e bellezza.
Per questa via, la meraviglia va considerata nella sua intima natura prodigiosa; miracolosa, appunto.
Orbene, se consideriamo un luogo (in questo caso, il giardino) non solo come uno spazio fisico e fruibile, ma anche nel suo insieme di qualità, nel suo essere un habitat, ecco che quel quid (luogo nella sua accezione di habitat) pluris (ossia la meraviglia nella sua accezione miracolosa) che sancisce l’intima identità del un luogo, finisce col determinare il nostro rapporto con esso.
Vi sono luoghi ameni e spensierati, luoghi cupi, luoghi di gioia e di spazio sacro, luoghi funerei e tragici, luoghi impervi, incantati, misteriosi, segreti, solitari e vi sono perfino i non luoghi.
I luoghi hanno anche età diverse e, alcuni, sono impregnati e carichi del loro stesso vissuto, in essi, dopo un po’ che li si abita, l’immaginazione inizia a rispondere. È questo ciò che accade quando animi sensibili e artistici si connettono e si relazionano con il Palazzo Allocca e il giardino -delle meraviglie- di Saviano.
Qui la storia del luogo è divenuta essenza del luogo stesso e l’immaginazione che in esso si immerge inevitabilmente si confronta e diventa strumento di espressione di esso. Raccontare un luogo, in questo caso, è un lavoro di pura maieutica, poiché esso comunica ed esprime se stesso, la propria miracolosa meraviglia, attraverso il sogno dell’artista che vi entra in contatto.
Il meraviglioso giardino è, quindi, il dentro del luogo, ‘Il Gardino delle Meraviglie’, poiché in esso avviene lo stupefacente incontro con l’anima del luogo (come Hillman ci insegna).
E quest’anima, collegata alla storia di Pietro Allocca, che qui ebbe a vivere la propria infanzia, nell’orfanatrofio a cui era, appunto adibito il palazzo, impregna di gioia e tristezza insieme, ogni pietra, ogni anfratto; ogni fruscio di foglia la sussurra; essa aleggia nell’aria e ovunque infonde i propri effluvi.