La mostra Salvatore Emblema. La materia del Cielo suggella una più stretta collaborazione tra l’Aeroporto Internazionale di Napoli e il Museo e Real Bosco di Capodimonte, due importanti attori dello sviluppo in chiave turistica della città di Napoli, ed inaugura il nuovo spazio espositivo “ART GATE” nella zona imbarchi. Uno spazio interamente dedicato alla scena artistica campana, in cui si alterneranno periodicamente mostre capaci di mettere in risalto la vivacità culturale di una città stratificata di storia e di arte, sempre protesa verso la sperimentazione di nuovi linguaggi e l’accoglimento delle più svariate istanze culturali.
La mostra – La mostra Salvatore Emblema. La materia del Cielo, a cura di Sylvain Bellenger, con il supporto storico-scientifico del Museo Emblema si compone di cinque grandi opere pittoriche risalenti alla prima metà degli anni Sessanta, quando Salvatore Emblema declinava la sua formazione di matrice informale in una ricerca di tipo spiccatamente materico e gestuale. Ricorrenti le forme dell’ovale e del quadrato che da un lato hanno memoria della pittura pompeiana e dall’altro sembrano aprire finestre ipotetiche all’interno dello spazio del quadro. “Autoritratti”, li chiamava l’artista scherzando. Ammiccando così alla possibilità di una pittura, sempre più libera da schemi compositivi complessi, capace di poter diventare quasi una superficie riflettente, come uno specchio. Superficie che l’artista carica di materia, inserendo cenere e sabbie vulcaniche all’interno dell’impasto coloristico.
Anche il gesto è protagonista di queste opere: movimenti a volte ampi e distesi, altri più nervosi e aggressivi operati spesso senza pennello, ma con utensili in legno e metallo costruiti all’occorrenza. Si coglie qui il tentativo – ancora non preordinato – di sondare il quadro nel senso della profondità, di scoprirne per tappe la materia tessile sottostante. Sono gli anni che precedono il progressivo “raffreddamento” dell’approccio pittorico e del “ripensamento” della tela di juta non come supporto della materia cromatica, ma come materia essa stessa. Materia altra, trasparente.
Infine, l’Emblema-pensiero, che accoglie i passeggeri in arrivo a Napoli invitandoli a scoprire la complessità e la meraviglia della città, si può riassumere così: Qui dove abito io, i cieli quando sono dipinti, sono così belli che sembrano veri. E quelli veri invece, sono azzurri proprio come quelli che noi pittori inseguiamo nei quadri. Dove abito io ci sono questi cieli qua. E poi c’è il Mare che non si sta mai fermo. E una Terra che può diventare nero forte, giallo luce o rosso timido. Qui da noi si dice di tutto, e lo vedrai con i tuoi occhi, che com’è in cielo così è pure in terra. (Salvatore Emblema)