Mostra ‘MATERIA – Il legno che non bruciò a Ercolano – Dal 14 Dicembre 2022 al 31 Dicembre 2023 – Reggia di Portici

Dal 14 Dicembre 2022 al 31 Dicembre 2023

PORTICI | NAPOLI

LUOGO: Reggia di Portici

INDIRIZZO: Via Università 100

ORARI: Giorno di chiusura lunedì Orario invernale ore 9:30 – 17:30 (ultimo ingresso ore 15:30) Orario estivo ore 9:30 – 19:00 (ultimo ingresso ore 17:30)

CURATORI: Francesco Sirano e Stefania Siano

COSTO DEL BIGLIETTO: Biglietto mostra € 5,00 Biglietto integrato € 15,00 (comprende visita a mostra, Reggia di Portici, Herculanense Museum, Orto botanico, Parco Archeologico di Ercolano) Biglietti disponibili online sul sito www.centromusa.it e presso le biglietterie della Reggia di Portici e del Parco Archeologico di Ercolano

SITO UFFICIALE: http://www.materiainmostra.it

Alcune specie di alberi sono oggetto di una continua protezione in quanto dedicate ciascuna ad una sua propria divinità, come la quercia a Giove, l’alloro ad Apollo, l’olivo a Minerva, il mirto a Venere, il pioppo ad Ercole. Inoltre,crediamo che i boschi siano popolati da Silvani, Fauni e varie specie di dee, attribuendo alle selve divinità peculiari, come se fossero scese dal cielo.
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XII,2

Mille sono gli usi degli alberi, in mancanza dei quali non sarebbe possibile vivere. Con l’albero solchiamo i mari e avviciniamo le terre l’una all’altra, con l’albero costruiamo le case.
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XII, 2
Ercolano non solo è l’unica città del mondo romano che conserva il suo antico fronte a mare e l’elevato delle case sino al secondo piano, ma anche il legno come materiale di costruzione, di arredo e non solo. Lo si deve al particolare tipo di seppellimento, causato dalle ondate di fango vulcanico dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Infatti, la coltre piroclastica di circa 20 metri di spessore ha inglobato anche materiali, utensili, elementi architettonici, arredi in legno che si sono carbonizzati ma non bruciati. La loro conservazione si deve soprattutto al certosino ed appassionato lavoro portato avanti da operai, restauratori, architetti e archeologi, che si sono succeduti nella gestione del sito, e si sono passati il testimone da una generazione all’altra nellacomplessa ed entusiasmante sfida della conservazione a partire dagli scavi Maiuri e poi nel corso di ben nove decenni. Un elenco di persone e di professionisti impossibile da proporre qui, grazie al cui straordinario impegno è giunto a compimento quello che non si esita a definire un prodigio: riannodare nel mezzo di tanta distruzione, provocata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., prima il filo della forma e poi quello della vita di oggetti destinati all’oblio.
Ercolano conserva quindi un patrimonio di reperti in legno assolutamente unico, che va dai serramenti come porte, finestre, tramezzi, fino agli arredi, ad esempio armadi, casse, tabernacoli, letti e tavolini in legno, frutto di un lavoro artigianale realizzato con grande perizia. L’accurata opera di restauro ha consentito il recupero di molti preziosissimi oggetti che, pur presentandosi, nella maggior parte dei casi, come legno carbonizzato, conservano, tuttavia, la loro forma originale e la raffinatezza delle decorazioni intagliate. Inoltre, tutti gli oggetti in legno di Ercolano danno uno straordinario riscontro a quanto si conosce dalle fonti scritte, dagli affreschi e dai rilievi antichi e costituiscono una rarissima opportunità di ricostruire le antiche tecniche di falegnameria ed ebanisteria.
Il legno e la sua materia sono al centro della mostra Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano, curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano e dall’archeologa Stefania Siano, e che apre il 14 dicembre
L’esposizione è prodotta dal Parco Archeologico di Ercolano con il consueto affiancamento del Packard Humanities Institute, partner storico con il quale sono state condivise molte delle più recenti scoperte che saranno per la prima volta presentate al pubblico (come il tetto di legno dalla Casa del Rilievo di Telefo e i mobili rivestiti in avorio dalla Villa dei Papiri). La mostra nasce nell’ambito di una straordinaria collaborazione interistituzionale con la Città Metropolitana di Napoli, il Dipartimento di Agraria e del Musa (Centro Museale Reggia di Portici) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, con lo sponsor di HEBANON Fratelli Basile 1830. L’allestimento è affidato alla società ACME04 e con il contributo della Regione Campania – Direzione Generale per le Politiche Culturali ed il Turismo, nell’ambito degli interventi del POC 2014-2020.
I visitatori potranno usufruire del biglietto di mostra al costo di 5 euro, ma anche di un biglietto integrato al costo di 15euro, che consentirà di vedere l’esposizione e anche la Reggia di Portici, l’Orto botanico e il Parco Archeologico di Ercolano. Il percorso si articola in alcune delle sale al piano nobile del Palazzo Reale, secondo un registro di indubbia potenza evocativa che consentirà al visitatore non solo di apprezzare il vero e proprio miracolo della conservazione del legno sfuggito alla catastrofe che investì l’area del Vesuvio, ma anche di immergersi nella vita degli antichi e di comprendere, attraverso oltre 120 oggetti, tutti provenienti da Ercolano e mai sinora presentati al pubblico in forma monografica, quanto il legno fosse vitale per ogni attività oltre ad essere un materiale prezioso al punto che sovente gli alberi e i boschi assumevano aspetti di sacralità e valori simbolici.

IL PERCORSO DELLA MOSTRA

Il visitatore, dopo essere stato introdotto al percorso da un’installazione di luci e suoni, suggestivi del calore e della forza distruttiva dell’eruzione, che hanno incredibilmente determinato ad Ercolano la conservazione dei materiali lignei, si trova immerso nei colori e nei profumi della materia, cioè il legno, come se si trovasse nell’officina di un falegname, dove accumuli di tavolati e tranciati stagionano in attesa di essere utilizzati. Sarà questo il primo approccio con la materia, termine tecnico che i Romani utilizzavano non solo con il significato attuale, ma anche per indicare il legno da taglio, ancora non lavorato: legno come materiale per eccellenza.
La sala successiva propone la medesima ambientazione, ma, questa volta, riferendosi al momento della lavorazione del legno e accostando strumenti e oggetti antichi ad una serie di attrezzi e oggetti dell’Ottocento, provenienti dalla collezione di Hebanon, società dei fratelli Basile, che testimoniano la secolare continuitànell’ambito di questa produzione essenziale per tutte le società umane. Gli attrezzi per le varie fasi di lavorazione del legno sono spesso raffigurati nei rilievi che decorano monumenti funerari in vari siti del mondo romano o, più raramente, anche altri tipi di manufatti; talvolta sono citati in testi antichi e, in alcuni casi fortunati, in cui le condizioni di seppellimento lo hanno consentito, come quelli di Pompei ed Ercolano, ne sono state rinvenute testimonianze materiali.
In realtà, comparando gli attrezzi antichi con quelli moderni, è evidente quanto poco siano cambiati nel corso dei secoli, essendo strettamente legati alla loro funzione e non richiedendo cambiamenti se non qualche dettaglio migliorativo. È incredibile osservare come ascia, sega, trapano, compasso e squadra, martello, livella e filo a piombo, scalpello, lima e raspa siano rimasti fondamentalmente gli stessi; e poiché gli autori antichi raramente descrivono le tecniche dei falegnami e dei carpentieri, le testimonianze di oggetti in legno provenienti dagli scavi di Ercolano costituiscono una eccezionale opportunità di studiare le antiche tecniche di lavorazione di mobili e oggetti anche minuti, come portamonete e sculture, ma anche di scale, porte, infissi, imbarcazioni, tetti e controsoffitti.«continua»

Dichiarazioni del Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano
“Protagonista della mostra è un legno che normalmente non si sarebbe dovuto trovare, o
almeno la nostra esperienza ci diceva che dopo un’eruzione così distruttiva non si sarebbe
dovuto recuperare; invece è stato trovato e restaurato certosinamente da generazioni di
archeologi. Non potevamo continuare a tenerlo all’interno dei depositi e abbiamo scelto di
condividerlo sul territorio, non nell’Antiquarium del Parco, ma nella splendida sede della
Reggia di Portici lungo quel Miglio d’oro che è nato e si è sviluppato a partire dalle scoperte
di Ercolano e di Pompei”.

Dichiarazioni del Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Matteo
Lorito
“La Federico II insieme al Parco Archeologico di Ercolano inaugura una mostra davvero
unica, che racconta una storia veramente speciale, narrata dalla sopravvivenza di bellissimi
manufatti lignei immortalati dall’eruzione raccontata da Plinio. Il tutto immerso in una sede
di straordinaria bellezza qual è la Reggia di Portici dove l’università unisce didattica, ricerca,
arte, grande valenza paesaggistica e patrimoni museali. Una sede, peraltro, dove si
studiano da tempo i legni fossili e se ne raccolgono le informazioni. Grazie ad un ottimo
rapporto tra il nostro Ateneo, con il suo Dipartimento di Agraria, e il Parco Archeologico,
siamo in grado oggi di offrire al pubblico un’esperienza indimenticabile e in grado di
emozionare il visitatore. Storia, cultura, innovazione espostiva, presenza di reperti
preziosissimi, fanno rivivere le wunderkammer del Grand Tours, a beneficio di tutti coloro
che vorranno farsi stupire da un pezzo importante del nostro immenso patrimonio
archeologico”.

Dichiarazioni del Direttore Centro MUSA – Musei delle Scienze Agrarie, Stefano
Mazzoleni
“La settecentesca Reggia di Portici, luogo di meraviglie di particolare bellezza architettonica
e artistica, sede dell’Herculanense Museum, primo museo e fabbrica di restauro di reperti
archeologici, dal 1872 centro di studi scientifici universitari in agraria e oggi anche parte del
sistema museale dell’Università Federico II, ospita un’inedita mostra del Parco
Archeologico di Ercolano: ‘Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano’.
La mostra costituisce un particolare intreccio evocativo tra le funzioni originarie del museo
archeologico, con l’esposizione di inediti reperti e manufatti in legno carbonizzato, e il
moderno interesse scientifico del Dipartimento di Agraria sul legno, uno straordinario
materiale, costruito dalle piante con la fotosintesi, trasformato dall’uomo in utensili e
manufatti, bruciato da catastrofici eventi naturali, ma capace di conservare anche
carbonizzato la memoria della sua incredibile storia”.

Dichiarazioni del Direttore Dipartimento di Agraria Università degli Studi di Napoli
Federico II, Danilo Ercolini
“Ospitare questa mostra ci rende molto orgogliosi, non solo per il valore intrinseco della
mostra in sè, ma anche perché il tema tema dei legni è assolutamente congruente con il
tema delle attività scientifiche e didattiche del nostro Dipartimento. Inoltre rappresenta
un’occasione ulteriore per consolidare il ruolo di hub culturale che il Dipartimento di Agraria
dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ha in Campania anche perché porterà molte
più persone presso il nostro sito e consentirà di far conoscere le nostre attività e di
valorizzare il bene che noi amministriamo”.

Dichiarazioni del Sindaco della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi
“Quella che si aprirà domani nella splendida Reggia di Portici, dove resterà per più di un
anno, è una mostra di straordinario valore storico e scientifico. Caratteristica peculiare di
Ercolano non è solo, infatti, quella di essere l’unica città del mondo romano a conservare il suo antico fronte a mare e l’elevato delle case sino al secondo piano, ma anche quella di
aver preservato il legno come materiale di costruzione, di arredo e non solo. Ragione per
cui il Palazzo reale diventerà, da domani e per tutto il 2023, uno dei centri espositivi di
maggiore interesse nel panorama culturale nazionale e internazionale.
Il grande impegno messo in campo dalla Città Metropolitana, nell’ambito della preziosa
sinergia istituzionale creatasi con il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di
Napoli, il Centro Musa e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area
metropolitana di Napoli ha portato alla realizzazione di importanti lavori di restauro per la
valorizzazione del patrimonio architettonico e storico-artistico del complesso monumentale,
che è oggi tra i più splendidi esempi in Europa di residenza estiva della famiglia reale
borbonica, e altri interventi sono in cantiere, come quelli per il restauro delle facciate lato
Nord verso Portici e lato Sud verso Ercolano. Ed è grazie a questo grande sforzo che oggi,
con questa Mostra, comincia l’era in cui la Reggia di Portici si apre al mondo e ritrova la sua
funzione originaria di polo museale e di attrattore culturale e turistico per tutto il territorio”.