Melagrana: “una mela con semi” dalle mille proprietà di Martina Rossi 05 Novembre 2018
Il melograno, Punica granatum, è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica, originario di una regione che va dall’Iran alla zona himalayana dell’India settentrionale e presente sin dall’antichità nel Caucaso e nell’intera Macchia mediterranea.
Il nome comune “melo-grano” ha radici latine: malum e granatum sono termini che in italiano corrispondono rispettivamente alle parole “mela” e “con semi”. Tale traduzione letterale esprime quindi le caratteristiche peculiari del melograno.
Numerose culture antiche erano fortemente convinte che questo frutto fosse un vero miracolo. Tale credenza fu ancora più consolidata dalla capacità della pianta a sopravvivere in ambienti ostili e semidesertici.
Ippocrate fu uno dei primi a ritenere che tale frutto potesse essere usato in medicina; a tal proposito egli lo consigliava come antielmintico, antinfiammatorio, per contrastare la diarrea cronica e come antibatterico nelle infezioni della pelle.
La melagrana è costituita da un’abbondante quantità d’acqua, corrispondente a circa l’80%, mentre il restante 20% viene ripartito tra zuccheri (15%), fibre (2%), proteine (1%) e grassi (0,5-1%). È una buona fonte di potassio (290 mg/100 g di prodotto) e fosforo (10 mg/100 g di prodotto), ma si osserva anche una buona quantità di sodio, magnesio e ferro, mentre lo zinco, il manganese e il rame sono presenti in tracce. È presente anche una buona quota di vitamina A (15 mg/100 g di prodotto).